BAGNOLI IRPINO DA SCOPRIRE

La cittadina di Bagnoli Irpino è collocata in una valle circondata da monti, alcuni dei quali superano i 1700 metri di altitudine, come il Cervialto e il Raiamagra. È comunque una località  soleggiata dal clima non troppo rigido, silenziosa, tranquilla e meta turistica rinomata. Infatti, è ben attrezzata per il relax ed il divertimento, soprattutto quello di carattere sportivo, inoltre è ben collegata con la rete autostradale.
Le coordinate sono 2° 37' a est del meridiano di Monte Mario (Roma); la longitudine est da Greenweich è di 15° 4' 8'', la latitudine nord è 40° 49' 50'', all'incirca alla stessa latitudine di Napoli, Madrid e di New York.

APPROFONDIMENTO

di Sanduzzi Alfonso "BAGNOLI IRPINO dall'origine fino alla metà del secolo XIX"

Bagnoli Irpino è un Comune della Provincia di Avellino, già Capoluogo di Mandamento del Circondario di Sant'Angelo dei Lombardi, con 3500 cittadini (circa), e giace a circa 650 metri sul livello del mare, in una insenatura della giogaia Appenninica Irpina, che si apre fra il monte Cervialto, che gli sta alle spalle, ed alcuni poggi, che gli fanno da contrafforte e corona (San Martino, Giudecca, Serra e Torre).

I suoi monti poi confinano con quelli di Nusco, Lioni, Caposele, Calabritto, Acerno e Montella, dei quali porzione è boscosa, porzione coltivata ed il resto erbifera, destinata per pascolo degli armenti, che in ogni tempo hanno costituito le principali industrie e risorse economiche della borgata.
Sui suoi monti si ammirano dei punti incantevoli, i quali non hanno nulla ad invidiare alle montagne della Svizzera, e fra essi vi è l'altipiano Laceno a 1040 m. sul livello del mare, il quale misura un'area di quasi due miglia geografiche, e forma, come dice il Giustino Fortunato, "una magnifica" prateria bislunga dominata in fondo dal gran dorso boscoso del "Cervalto (m. 1816), chiusa quasi da ogni parte da chine vestite" di faggi secolari, traversata dal rivolo perenne della Tornola, che "si raccoglie nell'angolo del libeccio, e forma un laghetto ai piedi " dell'ombrosissima Raiamagra, che attraverso un cunicolo naturale "sbocca nel burrone Caliendo", ed è una delle propaggini del fiume Calore.

Sui monti allignano specialmente il faggio, l'ontano, il frassino, il carpine, l'elce, ma coi rimboschimenti, che ora sta eseguendo lo Stato nell'interesse del bacino idrologico del Sele, che scorre nella valle opposta alle montagne bagnolesi, altre piante adatte al clima vestiranno le sue pendici, fra cui il pino austriaco e l'abete, che un tempo germogliava abbondante su di esse. Sul declivio dei monti soprastanti alla bassura vegeta il castagno.

Il paese d'inverno è freddo ed umido, ma nell'estate specialmente è fresco, asciutto e saluberrimo, ed indicatissimo per una stazione climatica.

Le industrie principali di Bagnoli Irpino sono l'agricoltura, l'armentizia e quella del legno, ed i principali prodotti sono formaggi ed altri latticini, castagne, e tartufi, ricercatissimi per la loro fragranza.

Il territorio Bagnolese è di oltre quattromila ettari, dei quali più di due terzi costituiscono la parte montuosa, appartenente quasi tutta al Demanio comunale, e meno di un terzo, che comprende le pendici dei monti e la bassura sottostante, forma il patrimonio privato della cittadinanza, il quale, fino all'esecuzione delle leggi eversive dei nostri tempi, apparteneva in buona parte ad enti morali.. La bassura è formata da una zona di terreno in declivio quasi tutta pianeggiante, la quale si estende in lunghezza per circa nove chilometri, quanto dista il Vallone d'Italia, che segna il confine col territorio di Nusco, dal diruto castello detto Della Rotonda nell'agro, di Montella. La larghezza di questa fascia di terreno è compensativamente di quasi due chilometri a partire in linea retta dalle falde dei monti soprastanti, ed era nel passato in buona parte coperta di boschi, e poca era la superfice coltivata, e quindi la sua produzione non avrebbe potuto alimentare che ben poche centinaia di abitanti, e se ciò nonostante Bagnoli in alcune epoche ha raggiunto il numero di circa cinquemila abitanti, si deve presumere che ben altri cespiti d'entrata i suoi cittadini avessero saputo procacciarsi.

Questo paesello perduto tra i monti ha avuto un passato splendido e glorioso, che lo fecero distinguere fra tutti i Comuni vicini, e merita perciò che la sua storia sia ricordata e conosciuta dai suoi cittadini, augurando loro che l'esempio degli antenati li sproni ad emularli, ed anche superarli, e ci conforta la speranza che, come oggi nell'operoso silenzio sta ricostruendo la sua antica e florida condizione economica, così in un prossimo avvenire potrà produrre altri figli degni degli avi gloriosi per potere, in tal modo riacquistare il posto primiero perduto nei tempi moderni, in cui l'attuale progresso avrebbe dovuto farlo assorgere a maggiore fastigio.