NINNE NANNE
Cantilene infantili
Qua mmiezzu ng’è na funtanèdda
Anche questa, come la precedente, è una filastrocca delle dita. Questa volta la madre ricostruisce una immagine agreste: il palmo cavo della mano è una sorgente, dove vanno a bere l’agnellino (il mignolo) e la pecorella (l’anulare) e il montone (il medio), ma pure un ragazzo (l’indice); la madre piega un dito dopo l’altro nel palmo della mano, come in atto di bere alla fontana. Alla fine dimena il pollice del piccolo, a mo’ di batacchio, chiamandolo: vaccaro’, cioè grosso bovaro.
Qua mmiezzu ng’è na funtanèdda: (nel palmo della mano)
véve nu pucurieddu (mignolo)
véve na pucurèdda (anulare)
véve nu pucuronu (medio)
véve nu uaglionu (indice)
mbò, mbò, vaccaro’! (pollice)
Fonte: Giulia Ciletti, n. nel 1923, casalinga. Reg. 1975.