CANTI DI INGURIE

Ste llampadìne elettriche

La prima strofa rivela che il canto risale ai primi anni del Novecento, quando a Bagnoli entrò in funzione l’illuminazione elettrica; la seconda strofa è presa dal canto carnevalesco della tarantella di Montemarano. L’ultima strofa ci riporta alla realtà bagnolese (la Vianova, l’attuale via De Rogatis): il cantatore allude a un innamorato non corrisposto che perde il suo tempo a recarsi spesso sulla strada lungo la quale abita la ragazza amata.

Ste llampadìne elettriche
s’appìccene e se stùtene
e se tornen’appiccià!

Ohi voilì, ohi voilà,
re ffemmene senza menne
nun se puonne mmaretà.

Ohi voilì, ohi voilà,
nu’ ngi ì’ a la Vianòva:
ngi pierdi sulu li passi,
li suspìri e re pparole.

E bboilì, e bboilà!

 

Fonte: Giulia Ciletti, nata nel 1923, casalinga. Reg. 1975.