PRATICHE MAGICHE

Pratiche divinatorie attivate per prevedere il futuro

Pratiche per conoscere il sesso del nascituro

Una volta accertata la gravidanza, i familiari facevano il calcolo per conoscere in anticipo il sesso della creatura. Addizionavano le r presenti nei nomi e nei cognomi della madre e del padre con le r presenti nei nomi dei nove mesi di gravidanza. Se la somma dava un numero dispari, sarebbe nato un maschio; se un numero pari, una femminuccia (Bagnoli, A. Russo).

Anche dalla forma della pancia si traevano gli auspici per il sesso del nascituro: panza chiatta, prepara la zappa (maschio); panza pezzùta, prepara lu fusu (femmina). Per avere una conferma, si mettevano in atto altre pratiche precognitive. Le tecniche magiche utilizzavano particolari elementi dotati di virtù divinatorie: un chicco di loglio, un acino d’orzo, un paio di forbici…

Durante una processione la donna incinta lanciava in strada un chicco di loglio, detto lu monacu: se, nel recitare le litanie, i devoti che partecipavano alla processione nominavano un Santo, il figlio sarebbe stato maschio; se una Santa, femmina. O gettava in strada un acino d’orzo: al passaggio della processione in onore del Santo Patrono stava attenta a osservare se il chicco veniva calpestato da un fedele maschio o femmina, per ricavarne gli auspici.

Oppure, all’arrivo in casa della donna stato interessante, le si porgevano due sedie, sotto una un paio di forbici aperte, sotto l’altra un paio di forbici chiuse: se la donna si sedeva sulla prima sedia, avrebbe dato alla luce una femminuccia; se sulla seconda, un maschietto. Oppure: all’improvviso si chiedeva alla donna gravida: “Apri la mano”; e se mostrava il dorso, era maschio; se il palmo, era femmina. Nello sbucciare i fagioli la donna li contava: se risulta un numero pari, sarebbe nata una femmina; se dispari, un maschietto. Se gettava nell’acqua bollente un fusillo e veniva in superficie steso orizzontalmente, avrebbe avuto una femminuccia; se veniva su verticalmente, un maschio.

Se, infine (Montoro, A. Di Girolamo), veniva al mondo un maschio in periodo di luna crescente, come secondo figlio i genitori avrebbero avuto un altro maschio; se nasceva durante la luna calante, il figlio successivo sarebbe stato una femmina.