L’emergenza coronavirus sta creando non pochi problemi anche ai pastori bagnolesi. I riflettori sul tema li accende in questi giorni il TG3 Campania, con un breve servizio di Geo Nocchetti.
Fa tenerezza l’appello un po’ naif ma toccante di uno dei venticinque pastori del comprensorio di Bagnoli Irpino – Laceno. Il riferimento del giornalista Nocchetti è all’intervista realizzata con il signor Domenico Buccino, che lancia un accorato appello al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: “E’ da marzo che non possiamo muoverci con il nostro bestiame, non possiamo pascolare nei paesi vicini, non possiamo vendere i nostri agnelli, non sappiamo più come andare avanti. I 600 euro che ci sono stati dati ci consentono appena di pagare le tasse. Non lasciateci soli, ripeto, non ce la facciamo più ad andare avanti. Ci mettiamo nelle vostre mani presidente De Luca“.
I pastore bagnolesi governano oltre tremila capi di ovini, della famosa razza autoctona della Pecora Bagnolese, prosegue l’autore del servizio. Interviene Anna Russo, in rappresentanza dei pastori: “Chiediamo che ci sia maggiore attenzione per questa categoria. Gli aiuti che normalmente ci arrivavano sono stati ridotti del 75% e questo è inaccettabile per noi perchè le nostre aziende stanno sostenendo dei costi incommensurabili in questo periodo di fermo. Le attività produttive sono ferme, abbiamo bisogno di ripartire e sicuramente non è questo il modo per farlo“.
La Regione Campania, nella programmazione 2014-2020 in Agricoltura, ha inteso dare grande rilievo alla Misura 13 del Programma di Sviluppo Rurale ed in particolare alla Tipologia di Intervento 13.1.1 “Pagamento compensativo per le zone montane”, un’azione che coinvolge ed interessa i territori di circa 350 Comuni campani e che tiene conto, prevedendo appunto forme di indennizzo, di varie tipologie di svantaggio – dal punto di vista morfologico, ambientale e climatico – che possono condizionare in negativo lo svolgimento delle attività agricole. Va specificato che la tipologia di intervento in questione non è prevista in tutte le Regioni italiane e che, al contrario, sia stata considerata di grande rilievo nella strategia comunitaria relativa al settore primario da parte della Regione Campania tanto da aver applicato in questi anni il livello massimo erogabile. Ne è prova la dotazione finanziaria che prevedeva l’impiego iniziale di quasi 210 milioni di euro da liquidare nel quinquennio 2016-2020. Allo stato le risorse disponibili sono state già tutte distribuite entro il 2019, realizzando di fatto la condizione per cui quanto le aziende avrebbero dovuto introitare in cinque anni, l’hanno ottenuto in quattro annualità, ma determinando comunque una difficoltà sul 2020.
La tipologia d’intervento in questione, infatti, è particolarmente richiesta dal comparto, inteso nella sua complessità, tanto che negli anni si è arrivati ad un numero sempre crescente di istanze presentate da parte degli operatori e degli imprenditori agricoli con un trend di crescita che va dalle 17.385 pratiche del 2016 alle quasi 22mila del 2019. Per ciascuna annualità, dal 2016 al 2019, sono state impiegate risorse pari ad oltre 50 milioni di euro a cui si aggiungono circa otto milioni di euro come trascinamento del vecchio PSR.
Alla viglia della campagna 2020, perciò, ci si è trovati di fronte ad una evidente insufficienza di risorse a cui si è provato a dare una risposta con una interlocuzione serrata con le istituzioni europee. La dotazione è stata perciò integrata di 39 milioni di euro (+19%) con un nuovo budget complessivo rimodulato in quasi 248.500.000 euro.
Si è comunque dovuto aprire il banco relativo al 2020 con la previsione di un premio che si presenta però ridotto rispetto alle annualità precedenti con l’evidente obiettivo di coprire almeno in parte le esigenze del comparto e di evitare il congelamento totale della misura sul 2021 come da previsione dei regolamenti europei.
Dato il rilievo del settore primario, determinante negli equilibri produttivi regionali, e data la situazione di emergenza che si è venuta a creare proprio nel 2020 in seguito alla pandemia da Covid-19, che si aggiunge in maniera significativa alla congiuntura complicata già in atto, il consigliere Maurizio Petracca, presidente della Commissione Ottava – Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse statali e comunitarie per lo Sviluppo – insieme al Gruppo Consiliare del Partito Democratico presso il Consiglio Regionale della Campania hanno sottoposto la questione alla Giunta Regionale della Campania affinché si continui, con immediatezza, nell’interlocuzione avviata sui tavoli comunitari con l’obiettivo di far confluire sulla misura ulteriori risorse attraverso una ricognizione dello stato dell’arte del PSR 2014/2020. Su questo la Giunta Regionale della Campania, a conferma della sua disponibilità verso il settore, aveva già disposto una puntuale ricognizione delle risorse resesi disponibili sul Programma per poter ragionare su una rimodulazione della misura e quindi delle risorse messe a bando in modo da poter erogare una indennità quanto più prossima ai consueti valori del Programma, che si rende necessaria anche in considerazione dell’incremento del numero di istanze rispetto agli anni precedenti.
Potrà essere di conforto la recentissima decisione della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che ha di fatto congelato la riforma della Politica Agraria Comune, prorogando perciò i fondi attuali ed evitando tagli al budget Pac.
Con i regolamenti appena approvati in sede europea si estende pertanto l’attuale programmazione dello sviluppo rurale al 31 dicembre 2022 con la possibilità di utilizzare le risorse attualmente a disposizione sino al 31 dicembre 2025. Una condizione che rende evidentemente meno stringente la rigidità dei regolamenti europei alla luce della situazione emergenziale ancora in atto.