FILASTROCCHE
Filastrocche ludiche
Pèru pèru San Michelu
La cantilena accompagnava un gioco di bimbi: i piccoli si sedevano in tondo e allungavano i piedi, mentre il più grande (a volte era un adulto) girava intorno agli altri recitando la filastrocca. Nel toccare il capo dei bambini, ne faceva nello stesso tempo la conta. Fortunato il bimbo che veniva indicato dalla conta: poteva incrociare i piedi e, quindi, tirarsi fuori dal gioco. La posizione incrociata dei piedi nasconde un antico gesto di esorcizzazione, qui cristianizzato anche dall’invocazione a san Michele, che è ricordato come protettore delle anime.
Pèru pèru, San Michelu, nott’e ghiuornu se ne vène: |
Passo passo, san Michele notte e giorno se ne viene: |
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se ne vène cu l’ànema mia, àza lu pèru, Marònna mia! |
se ne viene con l’anima mia, alza il piede, Madonna mia! |
Gli stessi versi venivano recitati all’atto di calzare le scarpe ai figli piccolini. In tal caso, l’ultimo verso veniva sostituito con il seguente: fécca lu pèru, figliu miu!
Fonte: Giulia Ciletti, Bagnoli I. 1923, casalinga, in possesso della licenza elementare. Reg. 1995.
“La corona dei bambino rappresenta il cerchio magico che irretisce i piccoli, quasi fossero legati a un incantesimo” (A. Siciliano).