FILASTROCCHE
Filastrocche ludiche
Pizzicatàscia
La formula, con cui i ragazzi chiamavano le lucciole, forse un tempo accompagnava un rito propiziatorio del raccolto del grano. I ragazzi di Bagnoli (fonte: Concetta Gatta, reg. 1986) rincorrendo le lucciole nella sera gridavano questa filastrocca magica:
Pizzicatascia, abbascia abbascia, ramme la chiave r’ la cascia: tu la chiuri? e iu la scasciu! |
Lucciola, cala quaggiù e dammi la chiave della cassa: se tu la chiudi, io la sfascio! |
Le lucciole erano custodi di un ricco tesoro che tenevano chiuso in una cassa. I piccoli chiedevano la chiave per potersene impossessare. E minacciavano gli insetti luminosi di rompere la loro cassa, se non avessero ottenuto la chiave. Un elemento indicatore nella filastrocca è la luce: il nome della lucciola in dialetto è riferito alla intermittenza del suo lume. Esse perdevano tutto l’effetto magico-luminoso in presenza della luce del giorno, per cui, in segno di resa, lasciavano delle monetine per compensare chi le aveva catturate per riottenere la libertà.